In Cina l’import del vino italiano è passato dal 4,93% del 2015 al 7,03% del 2018 ed è in pieno recupero rispetto ai competitor francesi ed australiani. Ancor più evidente è l’aumento del prezzo medio passato dai 3,63 dollari al litro del 2015 ai 4,72 dollari del 2017.
Il costante impegno dell’ICE Agenzia ha permesso il raggiungimento di simili risultati, e con orgoglio il direttore sostiene: “le esportazioni del Made in Italy verso la Cina lo scorso anno sono cresciute del 22,2%: stiamo parlando di un aumento di quasi un quarto in valore. E, stando ai dati delle dogane cinesi, ancora più straordinaria sarebbe la crescita registrata nel primo trimestre di quest’anno”.
Dati che fanno ben sperare, tanto che l’intero settore agroalimentare ha conquistato il +18% e, nel giro di due anni il Paese è passato dal quinto al quarto posto della classifica. Senza dubbio è stata necessaria la collaborazione tra i due ministeri che, oltre a garantire un investimento promozionale, ha avviato un programma ‘multilevel’ basato sulla formazione dei promoter cinesi (del vino Made in Italy) e sulla creazione di fiere aventi come obiettivo quello di migliorare la comunicazione sul marchio Italia.
Scarpa ricorda a tutte le PMI: “In questo Paese (la Cina, ndr), per un Paese piccolo come l’Italia, solo fare sistema può fare la differenza. E la sta facendo come nel caso citato del vino”.